Nell' antichità per assicurarsi
che una persona fosse effettivamente deceduta,
l'usanza voleva che la persona incaricata di questa
verifica, il "beccamorto" appunto, mordesse
violentemente una delle dita dei piedi del presunto
cadavere, se alcuna reazione si registrava, la
valutazione era definitiva e la sepoltura inevitabile.
Questa funzione di beccamorto che di fatto era
un vero e proprio incarico, si trasmetteva di
padre in figlio fin dalla notte dei tempi.
A un certo punto accadde una prima catastrofe:
l'ultimo beccamorto benché avesse avuto
molte figlie, non ebbe alcun maschio. Sua figlia
maggiore prese dunque il suo incarico, previa
riunione e parere del Consiglio dei saggi preposti
a questo tipo di materia.
Seconda catastrofe: il primo soggetto che ella
si trovò ad esaminare aveva contratto una
grave malattia che l'aveva condotto ad essere
amputato ad entrambi i piedi.
Peggio ancora, la cancrena l'aveva in parte divorato,
al punto che era stato necessario tagliargli le
gambe fino all'altezza delle cosce.
La ragazza valutò la situazione e morse
dunque con precauzione la prima" estremità"
inferiore che potè trovare.
Fu in quest' epoca e in tali circostanze che si
passò dall' espressione " beccamorto
" a "pompe funebri". |
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